Le lavorazioni del cotone
Il cotone è probabilmente la fibra estiva più usata e lavorata dalle knitters italiane. Eppure c’è ancora molta confusione sul tema cotone. Termini spesso molto usati come makò, cotone Egitto, filo di Scozia, mercerizzato, gasato e tanti altri spesso contribuiscono a fare confusione, soprattutto tra chi è alle prime armi.
Innanzitutto facciamo chiarezza tra filo e filato. Si intende filo di cotone in spole o spolette per il cucito. In matassine per il ricamo. Il filato di cotone, generalmente in rocche o gomitoli, si usa con ferri da maglia e uncinetti. Esistono delle categorie di cotone, con dei nomi specifici, che in realtà non indicano una tipologia di filo o di filato, bensì di tessuti, che vengono comunemente impiegati nel campo dell’abbigliamento e dell’arredamento.
Cotone denim: il dènim o tessuto di jeans è composto di cotone, generalmente di colore blu ed è il tessuto storico con cui vengono confezionati i pantaloni in taglio jeans.
Cotone Chintz: lo chintz, dalla parola hindi chint, è un robusto tessuto di cotone. Giacche francesi in chintz con motivo floreale del XVIII sec. Ad armatura tela o raso è caratterizzato dai colori vivaci e dalla mano lucida, ottenuta con una forte calandratura in fase di finissaggio o attualmente con l’utilizzo di silicone.
Cotone spugna: si fabbrica utilizzando due orditi e una trama: il primo ordito detto di fondocostituisce l’ossatura del tessuto, il secondo chiamato di effetto o di riccio forma la superficie ad anelli. Assorbe molto bene l’acqua.
Cotone seersucker: il seersucker è un tessuto fine di cotone, solitamente a righe, usato per confezionare indumenti estivi. Il seersucker fu originariamente sviluppato in India.
Cotone fustagno: adatto alla confezione di abbigliamento maschile, da lavoro e da caccia, era usato per biancheria da letto e fodere previa sbiancatura. Varietà di fustagno sono il beaverteen, il moleskin e il doeskin che imita le pelle di daino.
Spesso produttori poco scrupolosi e disinformazione fanno passare termini impropri per la qualificazione del cotone, che in realtà non richiamano alcuna qualità de filato ma si rifanno al sistema di lavorazione. Anche in questo caso cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sottolineando che il cotone makó, moulinè, perlè, filo di Scozia, non sono tipologie di cotone, bensì lavorazioni specifiche del filato. Le tipologie di cotone le abbiamo descritte a questo link: leggi qui l’articolo
Le principali lavorazioni del filato sono:
Cotone vergine: si intende la fibra di cotone lavorata per la fibra volta;
Cotone rigenerato: è la fibra di cotone lavorata attraverso il recupero di fibre di cotone che hanno subito già delle lavorazioni. Volgarmente detto cotone riciclato;
Cotone mercerizzato: si intende una fibra di cotone che subisce un trattamento, denominato mercerizzazione, con bagno di soda caustica, la quale è in soluzione concentrata a 30° Bé (Baumé);
Cotone gasato: Il cotone gasato è un tipo di filato di cotone che ha subito una lavorazione industriale atta a migliorare le sue caratteristiche. Il filo di cotone è formato da tante fibre del fiocco di cotone ritorte su loro stesse, pertanto non potrà essere un filo uniforme ma sarà un filato con della peluria sporgente. Facendo passare il filato a una velocità adatta sopra una fiammella, la peluria sporgente viene bruciata lasciando il filato di cotone più uniforme, liscio, di mano asciutta. Poiché per produrre la fiammella si usa gas combustibile il filato sottoposto a questo trattamento si dice “gasato” e la macchina operatrice “gasatrice”;
Cotone pettinato: la filatura del cotone pettinato è un tipo di filatura industriale che si applica a fibre di cotone di una certa lunghezza. Il suo prodotto è un filato di cotone di alta qualità resistente, con aspetto lucido e poco peloso;
Cotone ritorto: per cotone ritorto si intende il filo che dopo la filatura viene sottoposto a una particolare operazione finalizzata ad attorcigliarlo, ad abbinare i filati che dopo il procedimento saranno appunto ritorti, in definitiva di accresciute dimensioni e più resistenti. Il cotone doppio ritorto invece si realizza usando le fibre più pregiate e seguendo una particolare procedura di lavorazione che consiste nell’intrecciare i fili di cotone tra loro a due a due. Così facendo, si ottiene un tessuto dalle caratteristiche molto apprezzate in camiceria.
Cotone filo di Scozia: per filo di Scozia si intende un filato cucirino e per maglieria di elevata qualità realizzato in cotone mercerizzato. Per la precisione è un tipo di filato a due o più capi ritorti di aspetto lucido, simile alla seta che viene prodotto con le migliori fibre di cotone a tiglio lungo. Lucente, brillante e fresco grazie al doppio processo di mercerizzazione, il filo di scozia è formato da fili doppi ritorti che consentono di ottenere, a differenza del cotone tradizionale, calze a maglia molto stabili, irrestringibili e indeformabili. Il titolo di riferimento è 100 g / 904 mt.
Cotone Cablè: è un tipo di filato di cotone, più volte ritorto, adatto soprattutto per lavori all’uncinetto.
Cotone Egitto: l’Egitto è il più importante produttore mondiale di cotone a “fibra lunga”, un cotone particolarmente pregiato che cresce solo nell’area del fiume Nilo. Da questa piantagione si ottiene un filato morbido molto resistente, in grado di assorbire bene il colore e di renderlo più brillante.
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